6 consigli di guida per scrittori

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In coda sulla superstrada. “5 km in aumento. Rallentare.” La verità è che siamo già fermi, ma i LED continuano a lampeggiare.
Consiglio 1: non abbandonatevi a rovelli da correttori di bozze, la realtà è approssimativa.

A febbraio il sole è crudele. Illumina di grigio i dettagli di un paesaggio che conosco solo ad alta velocità. Un casotto di lamiera che pende di lato, brandelli di plastica impigliati nei cespugli, un vecchino col berretto che scavalca il guardrail sbottonandosi i pantaloni. Troppo squallido, distolgo lo sguardo e mi concentro sulla carreggiata.
Consiglio 2: se avete anche solo una minima vena malinconica, i cigli delle strade ad alta percorrenza potrebbero esservi letali.

La ragazza nella macchina davanti a me è nel pieno di un delirio di efficienza. Telefona continuamente e con grande partecipazione. Intravedo il profilo dell’auricolare e una porzione di viso nel suo specchietto retrovisore. Sgrana gli occhi, sorride, passa la lingua sulle labbra, torna seria, aggancia, richiama, di nuovo un sorriso forzato, aggrotta la fronte, si stizzisce, saluta, riattacca e via daccapo. È al suo primo lavoro, terza settimana, finalmente autonoma. Segue tutti i progetti che può, continua a studiare, non molla il gruppo degli amici, gratifica il fidanzato, carezza il cane, ciba il gatto e risponde con garbo alla nonna che la chiama ogni sera. In questo momento non c’è niente che non possa fare, è oggettivamente invincibile. Poi noto spuntare dalla borsa sul sedile del passeggero una scatolina che conosco bene. È una scatolina stretta e lunga, bianca e lilla, con una scritta rosa. Ancora un week end, un’alba con i cornetti, una sessione di aerobica, una nottata in ufficio, ma poi? Poi, alla fine, dovrà pur farlo questo test di gravidanza!
Consiglio 3: non sono io, è Kurt Vonnegut che lo dice: “Siate sadici con i vostri personaggi”.

La signora della macchina di dietro, invece, è stata rapita dagli alieni. Mi sembra chiaro. La vedo fissare il vuoto nel mio specchietto retrovisore: mascella serrata, occhio inespressivo, forse sta calcolando l’algoritmo della perfetta distanza di sicurezza “La fila avanza di 2,56 m, quindi, moltiplicando i cavalli del mezzo per la forza del piede sul pedale, fratto la velocità del vento….” Clacson che suonano nevrotici, nessuna reazione. La sirena di un’ambulanza sull’altra carreggiata, nessuna reazione. Mi viene la tentazione di aprire la portiera, urlare, rotolarmi sull’asfalto e strisciare fino al suo finestrino sbavando, alla maniera di The Walking Dead. Ci penso un attimo. Mi trattengo.
Consiglio 4: non fatevi prendere troppo dalla vostra immaginazione, potrebbe costarvi molti punti patente.

La fila della corsia di sorpasso scorre un po’. Io naturalmente sono sull’altra corsia, quella ferma. Mi volto a sinistra. Un lungo, lucido, vuoto, silenziosissimo carro funebre si accosta alla mia auto. Ho un brivido di inquietudine. Il guidatore si sente osservato, si gira verso di me e mi saluta gioviale. Indica la fila, fa mi piace con il pollice e alza il volume della radio. Tiene appoggiate sul volante le parole crociate e ha una penna sul cruscotto. Se la ride lui e se ne frega “Che tanto bisogna morire, tocca a tutti, parola di giovane marmotta, e allora tanto vale stare allegri”. Ultimamente, però, la cosa gli sta un po’ sfuggendo di mano. Si è trovato un paio di volte a sghignazzare durante la tumulazione (che buffo nome!) e proprio l’altro giorno gli è scappato un “Che vuole che sia!” con pacca sulle spalle della vedova. Sta pensando di trovarsi uno strizzacervelli che lo aiuti a mantenere un contegno, a restare triste, almeno a comando. “Ecco, trovato! 12 verticale… stri-zza-cer-ve-lli”. Frenata. SBAM! “Vabbe’, poteva andar peggio” pensa e scende trotterellando.
Consiglio 5: scegliete sempre l’altra corsia rispetto a quella del carro funebre, per svariati motivi.

Scorre, scorre! Procedo addirittura a 30km orari e vedo in lontananza la faccia indifferente di un poliziotto che fa segno di “circolare!”. Mai stata così felice di vedere un poliziotto. Ringrazio mostrando il palmo della mano.
Consiglio 6: anche se non scrivete gialli, conviene sempre avere la polizia dalla propria.

Morale per gli automobilisti: la vostra giornata merita un buon inizio. Se potete, evitate di prendere la superstrada alle otto.

Morale per gli scrittori: le storie vanno piano. Se volete incontrarne qualcuna, rallentate.

3 Comments

    1. E le buche, e i ciclisti, e le corse dei ciclisti, e le raffiche di vento forte, e gli allagamenti, e quando c’è l’allagamento l’onda inattesa tra una carreggiata e l’altra anche se c’è il muretto, e una volta uno davanti a me ha perso un pezzo di pneumatico e dietro una specie di videogioco di sbandate, e i camionisti marpioni che guardano nello scoscio, e i cartelli gialli in cui c’è scritto attenti carattere 130 e poi a cosa bisogna stare attenti è in corpo 12, e gli autovelox, e le frenate davanti agli autovelox, e i distributori del GPL che chiudono alle 19:30 ma alle 19:25 “see, è tardi!”, e insomma un mucchio di altre storie on the road.

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