Il ring delle donne

Ho letto le otto storie del nuovo libro di Gualtiero Becchetti “Donne da ring” e ho pensato “Ne voglio ancora!”

La prosa è fluida e le situazioni, un po’ crude, suonano vere. Anzi sono vere a detta di Simona Galassi, che nella prefazione dice di aver giocato a “scopri il personaggio”.

Ma per chi non è così introdotto nell’ambiente e frequenta il pugilato in modo amatoriale, non bastano. Sono otto tasselli ben disegnati di un mosaico molto più colorato, ampio e complicato. Che anche in un’esperienza di boxe breve e acerba come la mia, ne ho incontrate di donne! E tutte con un proprio perché.

Me lo ha chiesto un compagno di allenamento una sera d’estate, mentre correvamo per riscaldarci. Mi ha affiancato e mi ha detto “Ecco, ma perché poi una donna si mette a fare la boxe?”

Io l’ho guardato e ho cominciato a tirar giù una lista, ma una lista… che ha accorciato il fiato a tutte e due. A me perché non la finivo più e a lui perché è rimasto senza parole.

  • Ci sono quelle che hanno un lavoro a tempo pieno, una casa, due figli, un marito, un cane e un gatto  e che al sacco cercano un sano momento di sfogo.
  • Ci sono quelle che in palestra ci vanno per amore, poi si lasciano e diventano campionesse;  quelle che in palestra ci vanno per amore e poi non si lasciano affatto; quelle che in palestra l’amore lo cercano e poi lo trovano, a volte anche nello stesso spogliatoio.
  • Ci sono quelle che usano i guantoni per rassodarsi… E perché no? Basta con quest’estetica del corpo sottile e della magrezza da fame!
  • Ci sono quelle che saltellano e sudano per dimagrire, ottengono risultati e tornano a essere felici.
  • Ci sono quelle che hanno perso equilibrio e fiducia e stima di sé, e ritrovano tutto in un quadrato.
  • Ci sono quelle che le hanno prese e che, anche se non le renderanno mai, vogliono sentirsi in grado di farlo.
  • Ci sono quelle che suonano la batteria e affinano la coordinazione in ogni singola figura.
  • Ci sono quelle che cantano e salgono i gradini del ring come fossero quelli del palco.
  • Ci sono quelle che amano la letteratura e vanno a caccia di macchie d’umido, personaggi, odori e suggestioni.
  • Ci sono quelle che combattono per sentirsi più giovani e quelle che combattono così sembrano più grandi.
  • Ci sono quelle che semplicemente si sentono toste e con la boxe si esprimono o quelle cha hanno soggezione del mondo e vogliono imparare a sentirsi toste.

E quello che mi piacerebbe (lo dico con un po’ di malizia perché Gualtiero Becchetti, che forse leggerà questo post, non è poi l’ultimo arrivato) è fare un bel giro d’Italia in ottanta o più palestre di pugilato e raccoglierle tutte queste storie al femminile, che siano storie di atlete o di semplici ragazze che si allenano per qualche ora al giorno.

Per farne cosa? Una web serie, una fotostoria, un racconto a fumetti, una rubrica di Boxe Ring, un e-book, insomma qualunque cosa possa testimoniare che la boxe è per tutti, anche per le donne.

Perché se è vero che esistono le “donne da ring“e anche vero che il ring le donne può accoglierle tutte.

1 Comments

  1. La boxe è uno sport come tutti gli altri ed è un’attività sportiva. Non vedo niente di strano se le donne la praticano. D’altra parte tu l’hai detto con semplici e intuitive paroile.

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